Credo che questo sia il mio primo case study dopo anni. Si tratta di un cliente, Sagitter Training, che lavora nel settore del turismo formativo. Per due anni ho gestito, con l’aiuto del team di Wiredmark, la SEO della parte italiana del sito web e curato il blog.
Avevo questo articolo in bozza da un bel po’, ma tra fase uno, due, tre, stella, non ho avuto tempo di fare alcunché se non dedicare ai miei clienti il tempo che meritano.
Adesso che qui nel Regno Unito c’è un secondo lockdown nazionale, ho del tempo libero che posso sfruttare in maniera costruttiva.
Ho deciso di parlarti di questo progetto perché dimostra che con costanza e contenuti di qualità, è possibile posizionarsi come punto di riferimento del settore, anche in nicchie molto ristrette.
Nel caso di Sagitter Training, io e il resto del team siamo riusciti a portare il sito da zero a 4.000 visite al mese nel giro di un anno.
Adesso voglio ripercorrere con te le tappe che ci hanno portato a questo grande risultato, iniziando da novembre 2018 arrivando fino a novembre 2019.
Prima di iniziare, però, una piccola premessa: io sono un copywriter, non un SEO manager. Per questo motivo, mi soffermerò più sulla parte contenutistica del progetto, piuttosto che sulla parte tecnica.
Avrei potuto raccontarti di banalità sul come abbiamo generato una sitemap o come ho aggiunto tutti i meta-tag corretti agli articoli, oppure sarei potuto scendere nei dettagli tecnici del sito, ma preferisco non farlo, perché non ne vedo l’utilità.
Il ruolo principale è stato svolto proprio dai contenuti, è lì che voglio portare la tua attenzione e offrirti un contenuto breve ma istruttivo.
Il cliente
Per prima cosa, parliamo di Sagitter Training, così da contestualizzare il tutto.
Sagitter Training è un’agenzia di turismo formativo, ovvero si occupa di trovare un placement lavorativo e curare ogni aspetto del soggiorno all’estero per studenti di scuola superiore o università nell’ambito di progetti Erasmus o PCTO (ex alternanza scuola-lavoro).
L’agenzia offre tali servizi in varie destinazioni europee, ma ha la sua sede principale a Londra, da qui il motivo della doppia lingua sul sito.
Il suo target è rappresentato non dagli studenti che partecipano a tali progetti, ma ai docenti e al personale che li organizza.
Per questo motivo, la nicchia è piuttosto ristretta e fin dall’inizio non mi aspettavo di vedere grossi volumi di ricerca. Sapevo, quindi, che avrei dovuto lavorare con l’obiettivo di ottenere traffico qualificato.
Il sito, sebbene non fosse male, non era focalizzato sull’esperienza dell’utente e da smartphone era molto lento.
L’analisi
Sono partito dall’analisi del target, cercando di individuare le necessità dei docenti che si trovano ad affrontare la titanica impresa di organizzare un progetto, per giunta all’estero, che assicuri un’esperienza didattica di valore per i ragazzi e al contempo non sia condizionata dalla mancanza di servizi.
Mi sono chiesto: cosa serve per organizzare un’esperienza formativa all’estero?
Mi sono risposto con delle mappe mentali partendo dai seguenti bisogni, che in queste cose si traducono sempre come problemi da risolvere.
- Alloggi: residence, hotel, alloggi per studenti, alloggi presso famiglie locali;
- Trasporti in città: autobus, metro, tram, ecc.;
- Trasporto dall’aeroporto al centro: navette o taxi;
- Placement lavorativo: possibilità di tirocinio, esempi di progetti, interviste a studenti;
- Consigli per studenti: inseriti in quanto non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti possono essere in cerca di consigli da dare ai propri ragazzi.
A questo punto, ho effettuato una ricerca delle keyword che giravano intorno a tali argomenti.
Dopodiché, ho ripetuto l’operazione per tutti i tipi di progetto per i quali il mio cliente offriva servizi:
- Alternanza scuola-lavoro;
- Erasmus;
- PON;
- Garanzia Giovani;
- Esperienze lavorative all’estero.
Come tanti fili di tessuto, ho incrociato questi elementi con le destinazioni europee in cui è attiva Sagitter Training e ho ottenuto così un elenco di long tail keyword che avevano volumi di ricerca molto bassi, ma un target ben preciso.
Altro fattore che ha giocato a mio favore è stato il bassissimo coefficiente di difficoltà che queste keyword avevano.
Il primo periodo del blog
Le due liste che ho delineato in precedenza, assieme all’elenco delle destinazioni, dovevano diventare lo scheletro della nuova architettura del sito, ma ciò che serviva con urgenza erano i contenuti.
Sebbene avessi una lista di long tail keyword, la strategia che avevamo delineato in agenzia era leggermente più articolata: volevamo posizionare il sito anche nelle SERP di keyword secche. Più generiche, più difficili da attaccare, ma dalle quali far partire dei topic cluster, ovvero un insieme di articoli, tutti supportati da una buona struttura di link interni, che comunicassero a Google che eravamo pronti a rispondere a query con determinati intenti di ricerca.
Iniziai, quindi, pubblicando degli articoli ottimizzati per keyword semplici su argomenti quali l’Erasmus per docenti, i tirocini all’estero e simili.
La crescita non fu immediata, ma tempo qualche mese e cominciammo a vedere i risultati, con decine di visite che finalmente cominciavano ad arrivare su quello che fino a qualche mese prima era un semplice sito vetrina con poco meno di dieci visite al giorno.
Una buona intuizione fu quella di incorporare qualche video dal canale Youtube dell’azienda all’interno degli articoli, così da aumentare il tempo di permanenza sul sito.
La svolta del nuovo sito web
Visti i risultati incoraggianti che arrivavano dal sito, con le prime richieste via e-mail che arrivavano, decidemmo con il cliente di fare il passo successivo: un nuovo sito web.
Come detto poc’anzi, un nuovo sito web era necessario non solo per organizzare i contenuti con una nuova architettura, ma anche per migliorare l’esperienza dell’utente, aspetto molto trascurato quando si parla di SEO.
È un luogo comune abbastanza duro da sfatare, infatti, che in cima alle prime pagine di Google ci siano sempre siti brutti e che i siti molto curati siano invece relegati dove nessuno può vederli.
La verità è che ci sono oltre duecento fattori nell’equazione dell’algoritmo di Google e noi non possiamo conoscerli tutti, ma una cosa la sappiamo tutti: l’esperienza dell’utente è uno di questi duecento.
Per sviluppare il nuovo sito fu mantenuto il CMS di base, WordPress, ma la veste grafica subì un radicale cambiamento,assieme a tutto il resto del sito, che adesso poteva contare su nuove pagine web dedicate ciascuna a una tipologia di progetti diversi e che ora erano diventati i nostri cornerstone, ovvero quei contenuti che fanno da pilastro all’intera strategia.
La doppia lingua diventò più semplice da gestire con WPML e degli attributi hreflang correttamente implementati.
La navigazione era molto chiara e arrivare a un form di contatto era decisamente più semplice.
Nel frattempo, alcune collaborazioni con brand influenti a Londra, fruttarono al sito dei backlink molto importanti.
Il secondo periodo del blog
Ora che il progetto aveva ottenuto maggior notorietà e avevamo toccato quota mille visite al mese dopo circa quattro mesi di attività, rivoluzionai totalmente il calendario editoriale e dagli articoli generalisti sui progetti iniziai a collaborare più a stretto contatto con lo staff di Sagitter Training per scrivere articoli che parlassero dei progetti, delle esperienze dei ragazzi e dei servizi offerti dall’azienda.
In questa fase, i miei articoli riguardavano:
- Progetti svolti dagli studenti durante l’esperienza all’estero;
- Attività e peculiarità delle varie città;
- Interviste agli studenti;
- Nuovi servizi.
Nel tempo, questi articoli sono riusciti ad attirare un numero maggiore di persone interessate all’organizzazione pratica di un progetto di turismo formativo all’estero e abbiamo finalmente ottenuto un flusso più o meno stabile di richieste di contatto. Alcune con successo, altre no, ma che hanno contribuito comunque a una maggiore popolarità del brand.
Conclusione e stato attuale
Ad agosto 2019 il sito era posizionato in prima pagina su Google per keyword come Erasmus a Londra; Esperienza di lavoro all’estero; Progetti di alternanza scuola lavoro all’estero e altre simili.
A novembre 2019, un anno dopo l’inizio del progetto, il sito aveva ricevuto oltre 4.000 visite uniche in un mese.
Qualcuno potrà obiettare che 4.000 visite non sono poi tante, ma considerando la nicchia molto ristretta in cui opera l’azienda, è decisamente un buon numero.
Il progresso, inoltre, è stato ben visibile.
Le visite sono continuate su questo ritmo fino a inizio 2020, dopodiché, con la pandemia e il conseguente calo di interesse in questa nicchia, le visite sono diminuite e l’azienda ha subito un brutto colpo, tanto da ridurre le attività al minimo indispensabile.
Sappiamo che quando tutto questo sarà finito avremo un bel po’ da ricostruire. L’importante è farlo con entusiasmo e voglia di migliorare.