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Cosa c’è dopo la social-morte?

Cimitero

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Cosa ne è di noi dopo la morte? Un interrogativo che da millenni assilla l’uomo, che non è in grado di accettare la sua natura di essere pensante, ma non eterno. Qualcuno si è inventato l’oltretomba, qualcun altro le reincarnazioni, ma nessuno pensa al fatto che magari di noi resterà solo un temporaneo ricordo nei vivi e le nostre imprese, che forse saranno ricordate per qualche tempo in più.

Io, che non credo ad alcuna forma di vita dopo la morte, mi pongo una domanda diversa: cosa resta di noi sulla Terra?

Dopo il rilascio del certificato di morte per l’anagrafe e per la legge noi siamo solo un fascicolo archiviato, ma cosa ne è di tutti i nostri dati affidati ad altri durante tutta la nostra vita? Con le nuove tecnologie, poi, si inserisce un altro problema: cosa resta della nostra presenza online dopo la morte?

Google si è posta questo problema ed ha stabilito delle procedure di eliminazione dei dati: sostanzialmente, dopo un determinato periodo di inattività si può scegliere se mandare tramite e-mail i propri contenuti a persone fidate o se cancellarli definitivamente.

Facebook, invece, ha fatto qualcosa di diverso: su segnalazione di un altro utente, si può trasformare un account Facebook da attivo a commemorativo. L’account in questione potrà essere eliminato solo su richiesta di parenti stretti verificati.

Ho fatto un’ulteriore ricerca, ma a quanto pare questi due colossi tecnologici sono gli unici ad aver pensato alla tutela degli account dei defunti. Qui si pone il problema: come segnalare il decesso di una persona e tutelare così i suoi dati su qualsiasi servizio online? Fino ad ora non esiste alcuna soluzione definitiva per il semplice fatto, secondo me, che non esiste alcuna legislazione in materia.

Tuttavia, sarebbe compito di chi gestisce i dati altrui preoccuparsi del trattamento dei suddetti fino in fondo e non soltanto perché richiamati al dovere dalla legge o da un garante.

Personalmente, apprezzo le soluzioni adottate da Facebook e Google e le considero valide entrambe, poiché si tratta di due servizi totalmente diversi: Facebook è un semplice social network che non ha che da gestire solo post, foto e video dell’individuo in questione, mentre invece Google include in sé tanti servizi, ognuno dei quali con uno scopo e delle problematiche diverse: Google+ e Orkut sono dei social network, Youtube è sì un social ma tratta specificamente della condivisione di video, Blogger serve a creare uno spazio web, Drive serve ad archiviare online i propri file e così via. Sarebbe impensabile trattare ogni singola applicazione in modo diverso per ogni utente e non avrebbe senso, visto che si tratta di un solo account.

Adesso però sono curioso di leggere la tua opinione: cosa ne pensi delle soluzioni adottate da Google e Facebook? Quali soluzioni potrebbero adottare i loro competitor per un trattamento più sicuro della privacy delle persone defunte?

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Mario Palmieri

Mi chiamo Mario Palmieri e sono un digital copywriter. Mi occupo di scrivere testi pubblicitari e contenuti per conto di aziende e professionisti che vogliono farsi conoscere sul web.

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