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Creo la fanpage del mio blog. Fermati…

Creo la fanpage del mio blog. Fermati...

Creo la fanpage del mio blog. Fermati...Partiamo dalla base: esistono due tipi di utenza su Facebook: il profilo personale e la fanpage. Il primo rappresenta il tuo spazio personale, dove condividi la tua vita, le tue esperienze ed i tuoi stati d’animo con le persone che conosci, mentre il secondo è su un livello più pubblico, destinato a personaggi famosi ed ai brand.

Assumendo questa differenza come un postulato inviolabile, si è sempre creata una fanpage apposita per ogni brand che ti sei trovato a gestire, compreso il tuo.

Le differenze tecniche, invece, sono molto più importanti: innanzitutto, con un profilo personale si può avere un massimo di cinquemila amici, mentre con una pagina possiamo raggiungere un numero illimitato di fan.

Tuttavia, ci sono alcune considerazioni da fare: sappiamo bene che la chiave per il successo su Facebook è comparire nel news feed del numero di persone maggiore possibile, ma sappiamo altrettanto bene, lo testimonia l’esperienza di ognuno di noi, che i profili personali godono di una visibilità di gran lunga maggiore rispetto alle fanpage, che invece necessitano di un lavoro molto più lungo e faticoso per crescere, a meno che…

…A meno che non sborsi una cifra congrua all’obiettivo che vuoi raggiungere. Non lo sapevi? Facebook guadagna proprio su questo.

A questo punto ti starai chiedendo: «visibilità maggiore senza sborsare un centesimo, allora non conviene aprire un profilo personale col nome del brand?» La risposta è no: a differenza di Twitter, su Facebook non è consentito aprire un account a nome di un brand, inoltre mentre su Twitter i brand vengono seguiti se twittano qualcosa di interessante, su Facebook risulteresti poco professionale: che senso ha chiedere l’amicizia ad una non persona!?

Non hai scelta, per il tuo brand devi obbligatoriamente aprire una pagina, a meno che…

…A meno che il tuo brand non sia una persona, ovvero tu!

Questo è un caso particolare in cui il brand ed il suo proprietario coincidono. È il caso, ad esempio, di moltissimi blogger che usano il proprio nome e cognome addirittura nel nome del dominio. Non si tratta di culto della personalità, ma di personal branding. Per quanto riguarda il limite di connessioni, bisogna sapere che adesso Facebook consente di seguire una persona, offrendo la possibilità di visualizzare i suoi post pubblici senza essere necessariamente in contatto come amici.

A questo punto, ovviamente, ci sono altri aspetti da valutare: puoi pubblicare le stesse cose che pubblicavi con la pagina? Come si concilia il brand con l’aspetto privato?

Risposte semplici: fortunatamente, le possibilità di pubblicazione sono le stesse sia per i profili che per le pagine, inoltre esistono le famose impostazioni della privacy, che permettono di rendere visibile ogni singolo post ad un tipo di pubblico più o meno ristretto. È sottinteso che i post del tuo blog dovranno avere la massima visibilità per raggiungere il numero più ampio possibile di persone.

Per quale scelta hai optato, nella gestione del tuo personal brand? Hai usato un profilo o una pagina? Per quali motivi? Sono curioso di leggere la tua esperienza, se ti va lasciami un commento. 😉

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Mario Palmieri

Mi chiamo Mario Palmieri e sono un digital copywriter. Mi occupo di scrivere testi pubblicitari e contenuti per conto di aziende e professionisti che vogliono farsi conoscere sul web.

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Il cliente

ContenTricks è una libreria di contenuti sul digital marketing già pronti all’uso, dagli articoli ai video. Vi si accede pagando una sottoscrizione mensile e ogni mese vengono caricati nuovi contenuti.

L’obiettivo della campagna su Facebook era quello di aumentare il numero degli iscritti facendo appello a tutti quei marketer che fanno fatica a produrre contenuti nuovi e genuini per il loro business. Il tono richiesto doveva essere amichevole, come a parlare da collega a collega.

L'idea

Dai feedback pervenuti durante la fase di test, è emerso che la maggioranza degli iscritti usava ContenTricks come fonte di ispirazione.

Ho voluto ricreare la situazione tipica del content creator di fronte al monitor senza ispirazione. Dato il basso budget, come visual ho dovuto fare ricorso a immagini di stock, ma ho preferito un buffo cagnolino al solito tizio impanicato.

La head rappresenta la voce del collega che bonariamente scherza sul momento di sconforto e propone una soluzione che verrà poi spiegata nel testo dell’annuncio: ContenTricks.