Anche se le vendite dei quotidiani non sono più quelle di una volta, restano comunque uno dei principali mezzi di informazione per la popolazione mondiale, anche se ormai tutte le testate maggiori hanno anche un sito web aggiornato al minuto.
Qualunque sia il media, comunque, i giornali sono ancora un potente mezzo di orientamento dell’opinione pubblica, e sebbene l’informazione dovrebbe essere imparziale, sappiamo bene che non è così e spesso, più o meno velatamente, un giornale può schierarsi politicamente su qualsiasi vicenda.
Ad esempio, questa che vedi è la prima pagina dell’Evening Standard di ieri. Guarda il titolo: Assad will face trial for war crimes, U.S. tells Putin.
Noti niente di strano?
Perché c’è scritto U.S. tells Putin e non Trump tells Putin? Motivi di spazio? U.S. tells Russia ci stava benissimo.
Eppure per raccontare questa controversia è stato scelto di contrapporre uno Stato ad un singolo.
Questa figura retorica si chiama metonimia, ed è una delle più usate nel mondo del giornalismo.
Linguisticamente, ciò che fa la metonimia è sostituire il contenitore al contenuto, oppure la causa all’effetto.
Naturalmente i giornalisti non usano la metonimia in modo casuale, ma lo fanno in modo preciso e ben mirato. proprio come in questo esempio.
Nel libro Metafora e Vita Quotidiana, di George Lakoff e Mark Johnson, a proposito della metonimia nel mondo del giornalismo viene detto:
Washington è insensibile ai bisogni del popolo.
Il Cremlino minaccia di boicottare prossimo incontro SALT.
Sembra che non ci sia alcun tipo di connotazione fissa positiva o negativa nella metonimia del tipo luogo per l’istituzione. La connotazione positiva o negativa varia a seconda del contesto. Negli esempi sopra, Washington e il Cremlino sono esempi di come vengono nascoste le personalità di spicco nelle istituzioni.
Gli autori del libro, in pratica, sostengono che nel giornalismo si usi la metonimia quando si intende nascondere la responsabilità di questo o quell’esponente politico.
Succede quotidianamente anche in Italia, quando i giornalisti nominano o scrivono di Palazzo Chigi piuttosto che del Presidente del Consiglio o di Montecitorio piuttosto che della Camera dei Deputati.
La metonimia, però, può essere usata anche per ottenere l’effetto opposto, ossia quello di inchiodare un singolo leader politico alle sue responsabilità, nominandolo direttamente come responsabile di una decisione in realtà presa da più persone, ossia con una metonimia del tipo portavoce per l’organo.
Tornando all’esempio dell’Evening Standard: il giornalista avrà voluto giustificare Trump o condannare Putin? Tecnicamente, ha fatto entrambe le cose.
La prossima volta che leggi un articolo prova a fare questo esercizio: nota quante metonimie ci sono nel testo e che connotazione hanno. Potresti scoprire che le notizie sono meno neutrali di quanto tu possa immaginare.
Tu cosa ne pensi? Conoscevi già l’uso di questa figura retorica? Racconta la tua opinione in un commento.