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Il calcio sui social network

Totti

Totti

Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.

Winston Chuchill

In Italia si sa, il calcio è lo sport più amato, odiato e discusso ed è forse il contesto in cui le persone, soprattutto gli uomini, lasciano liberi i loro sentimenti senza alcuna inibizione. Durante una partita puoi sentire un antipatico che pronuncia parole smielate per la sua squadra, puoi vedere una persona calmissima agitarsi in momenti delicati e puoi sentire un fervente cattolico bestemmiare a più non posso in caso di goal subito.

Il calcio è passione, soprattutto in questo Paese, che forse conta il maggior numero di squadre esistenti rispetto alle altre compagini europee e nel corso del tempo parlare di calcio è diventato indispensabile: qualsiasi testata giornalistica che non parla di calcio non può definirsi un vero e proprio giornale italiano, anche perché se per vendere bisogna emozionare e il calcio suscita emozioni… beh, non serve che io completi la frase.

Ogni domenica ci sono insomma tre partite per ogni campo: quella sul prato verde giocata da 22 calciatori professionisti, quella sugli spalti o nelle case tra i tifosi rivali e ora si è aggiunta quella sui social network.

Non parlo del fatto che la versione maschile della Casalinga di Voghera faccia la telecronaca di ogni partita sul suo profilo social a suon di bimbominkiate, ma parlo di come i social network vengano usati in relazione al calcio.

I calciatori

Alcuni calciatori gestiscono le proprie pagine Facebook in modo autonomo, mentre altri si affidano ad un social media manager, su Twitter invece i profili sono quasi sempre aggiornati dai calciatori in carne ed ossa. In genere, un calciatore usa il suo profilo per almeno uno di questi tre motivi:

  • Togliersi qualche sassolino dalle scarpe, cosa impossibile sulla stampa cartacea, è il caso delle continue dichiarazioni del sempreidiota Mario Balotelli;
  • Interagire coi propri fans, o descrivere l’ambiente della propria squadra, come fa ad esempio Alessandro Florenzi;
  • Acquisire visibilità nel contesto di una strategia di personal branding più o meno implicita, cosa che ha fatto e che continua a fare Davide Moscardelli, vero fenomeno virale di Twitter.

Molti altri, però usano il loro account Twitter in modo statico e noioso.

I club

Per le squadre di calcio i social rappresentano un potente strumento di branding, il punto di incontro tra la squadra ed i tifosi. Ovviamente c’è chi lo ha capito e chi invece stenta ancora ad adattarsi alle nuove tecnologie, ma almeno i grandi team non trascurano affatto questo aspetto, tenendo in grande considerazione l’opinione dei tifosi ed organizzando campagne promozionali dove i protagonisti sono proprio i supporters, come ad esempio ha fatto la Roma durante l’estate, dando ai tifosi la possibilità di scegliere la terza divisa della squadra proprio attraverso i social network. Inoltre, in molti casi il profilo ufficiale della squadra diventa un vero e proprio bar virtuale dove i tifosi si scambiano pareri ed opinioni (non sempre concordanti).

I tifosi

Il calcio è una metafora della vita.

Jean Paul Sartre

Il tifoso appassionato non può non condividere la sua più grande passione sui social network! Il calcio trova sempre spazio su ogni profilo. Notizie, commenti alle partite, considerazioni brevi condivise coi propri contatti, ma anche un modo per instaurare un dialogo con i propri beniamini e per informarsi costantemente sulla sua squadra del cuore e sul mondo del calcio in generale.

Appena dopo il calcio d’inizio cominciano stati o tweet compulsivi con l’hashtag della partita che non si esauriscono alla mera descrizione di quanto accade in campo: seguendo gli hashtag è possibile scoprire curiosità sulle squadre e sui calciatori, si possono leggere pronostici e addirittura interessanti statistiche, ma ovviamente non mancano offese agli avversari, riti scaramantici e scongiuri prepartita. Il profilo social diventa per il tifoso una vera e propria sala in cui tenere una conferenza stampa virtuale.

Insomma il calcio sui social diventa, grazie ai tifosi, una fonte di intrattenimento completa e gradevole, sicuramente più piacevole dei cori razzisti negli stadi.

Tu cosa ne pensi? Come giudichi l’uso dei social da parte di tifosi, club e calciatori? Quali curiosità hai notato? A te la parola. 🙂

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