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La verità viene a galla, anche su Facebook

La verità viene sempre a galla anche su Facebook

La settimana scorsa Facebook ha annunciato che avrebbe avviato la rimozione dei fan inattivi sulle pagine e nei giorni scorsi è stato registrato un calo di like più o meno grande su moltissime fanpage.

Cosa intende Facebook per fan inattivi?

Nel suo comunicato, Facebook spiega chiaramente quali sono i like che scompariranno dalle pagine: account disattivati e persone defunte. Gli account che interagiscono poco o per nulla con la pagina non c’entrano in queste pulizie di primavera e quindi non saranno toccati.

Qual è la motivazione ufficiale?

Come recita il comunicato, «ci sono principalmente due buone ragioni»:

  • Dati reali e aggiornati per una migliore targetizzazione delle campagne di advertising;
  • Coerenza generale della piattaforma, che elimina già i commenti ed i like ai post generati da account inattivi.

A Facebook, insomma, sta molto a cuore l’efficienza delle tue campagne e vuole che i dati che hai a disposizione siano affidabili e precisi, in modo tale da fare il miglior investimento possibile. Del resto la pubblicità su Facebook è diventata quasi d’obbligo, visto che il social stesso ha quasi annientato ogni possibilità di raggiungere i propri obiettivi in modo organico, quindi è giusto che il denaro degli utenti non venga sprecato per la negligenza dei gestori della piattaforma.

Una notizia così non può che essere accolta con favore dai brand che gestiscono una pagina su Facebook.

Cos’è accaduto, invece?

La naturale conseguenza dell’aggiornamento, come spiegavo prima, è stata la perdita, più o meno copiosa, di fan da parte di molte pagine.

Apriti cielo.

I cuGGGini nel caos, gli imprenditori che avevano pagato fior di visibilità ai nipoti quindicenni erano sull’orlo di una crisi di nervi, ma la catastrofe ha colpito una categoria in particolare: quelli che avevano acquistato millemila fan ed ora se ne ritrovano appena dieci.

Il sospetto allora sorge spontaneo: che finalmente Facebook stia tentando di arginare il fenomeno della compravendita dei fan? Personalmente credo di sì. Ovviamente bisogna essere consapevoli che Facebook non lo fa per far del bene a noi professionisti, ma per incoraggiare i metodi leciti per aumentare il numero di fan sulle pagine, ovvero pagare per le inserzioni. Il fatto che sia una buona occasione anche per noi lavoratori dei social è solo un incidente di percorso.

Tu invece come giustifichi questo aggiornamento? Qual è l’intento di Facebook? Mi piacerebbe discuterne con te nei commenti. 😉

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3 risposte

  1. Nato per scopi decisamente futili, facebook si è imposto per la facilità di utilizzo e per l’immediatezza nei contatti. Con il tempo, purtroppo o per fortuna, ha ottenuto una crescita esponenziale che ne ha fatto uno strumento utilizzatissimo da bravi e da smanettoni, da buoni e da cattivi. Come tutti gli strumenti accessibili alla massa, c’è chi l’ha usato in maniera corretta e chi ancora oggi non ha capito i progressi messi in atto dal buon Mark. Credo che il processo di “pulizia” di Facebook abbia l’intento di renderlo più credibile, hanno diversificato le pagine, stanno chiudendo quelle personali spacciate per aziendali e stanno ripulendo anche diversi gruppi. Credo che l’intento sia di creare un grandissimo database diviso tra persone, aziende, enti o gruppi in cui ognuno di questi ha una propria pagina, come un sito internet con l’aggiunta di una cronologia facilmente consultabile in cui restano memorizzate tutte le notizie. Che lo facciano per facilitare l’algoritmo nella ricerca del target e aumentare così le possibilità di riuscita di una campagna a pagamento credo sia palese e anche giusto. Ma credo anche che difficilmente riusciranno a raggiungere lo scopo finché ci saranno pagine come: Magalli è Batman, Magalli Presidente, Magalli a Sanremo, ecc. Quello che manca a Facebook è la professionalità, nato per scopi futili, continua ad essere il solito bar di paese.

    1. Non per niente, Facebook è il social preferito dalla celebre “casalinga di Voghera”, ma diciamo anche che se non fosse per questa tipologia di individui molte aziende avrebbero smesso da tempo di investirci tempo e denaro. Quindi sì, è un bar di paese, ma forse non è un male. 😉

      1. Esatto Mario, non è affatto un male, forse è proprio la sua fortuna, in fondo la gente vuole “cazzeggiare” e divertirsi dicendo cose utili ma più spesso completamente inutili. Su questo credo che gli “addetti ai lavori” siano tutti d’accordo.

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Mario Palmieri

Mi chiamo Mario Palmieri e sono un digital copywriter. Mi occupo di scrivere testi pubblicitari e contenuti per conto di aziende e professionisti che vogliono farsi conoscere sul web.

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L’obiettivo della campagna su Facebook era quello di aumentare il numero degli iscritti facendo appello a tutti quei marketer che fanno fatica a produrre contenuti nuovi e genuini per il loro business. Il tono richiesto doveva essere amichevole, come a parlare da collega a collega.

L'idea

Dai feedback pervenuti durante la fase di test, è emerso che la maggioranza degli iscritti usava ContenTricks come fonte di ispirazione.

Ho voluto ricreare la situazione tipica del content creator di fronte al monitor senza ispirazione. Dato il basso budget, come visual ho dovuto fare ricorso a immagini di stock, ma ho preferito un buffo cagnolino al solito tizio impanicato.

La head rappresenta la voce del collega che bonariamente scherza sul momento di sconforto e propone una soluzione che verrà poi spiegata nel testo dell’annuncio: ContenTricks.