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Le assunzioni? Le decidono i social

Talent show
Talent show
Fonte immagine: Huffington Post

Questo post prende spunto dall’articolo di Riccardo Scandellari pubblicato ieri sul suo blog, dal quale ho maturato la mia opinione, che voglio postare oggi.

La sensazione di essere in un talent show

Fa strano, ma la percezione che si ha è quella di trovarsi in un talent tipo X Factor o Italia’s Got Talent. Insomma una di quelle cazzate riempipalinsesto, dove prima di giudicare le tue competenze, tre sinistri personaggi devono giudicare la tua personalità senza alcun motivo apparente.

Allo stesso modo, una commissione di valutazione andrà a spulciare fatti che ti riguardano sui tuoi profili social. No, non andranno a visitare il tuo profilo professionale su LinkedIn (sarebbe troppo facile), ma useranno Facebook, Twitter, Google+, Instagram e tutti i quei social su cui sanno di trovare indizi su quanto di più personale abbia il candidato.

La pratica lecita

Quando pubblico qualcosa sui social, sono consapevole che possa essere visto da molte persone, dunque devo essere io stesso a prestare attenzione a ciò che pubblico, se non voglio che tale materiale finisca in mani sbagliate, concetto che tra l’altro ho già espresso in passato.

Fatta questa considerazione, penso che sia giusto che chiunque faccia la mia conoscenza abbia il diritto di cercare informazioni via web sul mio conto ed io non posso vietare a nessuno di desumere, da tali informazioni, le mie attitudini, i miei gusti, le mie opinioni ed i miei orientamenti.

La pratica illecita

Tuttavia, la differenza sta nell’uso che si può fare di queste informazioni.

Sono d’accordo se qualcuno cerca qualche curiosità di me solo se lo fa per stabilire come relazionarsi con me, se lo fa per scoprire se ho qualcosa in comune con lui o per farsi un’idea circa la mia personalità allo scopo di stabilire se saprò adattarmi serenamente al futuro ambiente di lavoro.

Le informazioni che condivido liberamente sui social, però, non possono e non devono essere un giudizio definitivo sulla mia idoneità professionale. Non si decide se uno è adatto o meno ad un determinato tipo di lavoro a seconda di ciò che pubblica sui social, perché una simile pratica offre terreno fertile alle discriminazioni sociali.

Non puoi proibirmi di guidare un camion solo perché il sabato sera bevo nei locali. Non puoi proibirmi di lavorare in un negozio di abbigliamento femminile solo perché qualche volta pubblico foto di celebrità in lingerie. Non puoi proibirmi di lavorare nella tua banca solo perché ho un tatuaggio.

La tua opinione

Questo era il mio pensiero, ma tu sei d’accordo? Secondo te è giusto decidere se assumere o meno una persona in base a ciò che pubblica sui social network?

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Mario Palmieri

Mi chiamo Mario Palmieri e sono un digital copywriter. Mi occupo di scrivere testi pubblicitari e contenuti per conto di aziende e professionisti che vogliono farsi conoscere sul web.

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