Sai perché mi piace il calcio? Perché adoro quando la strategia si fonde con l’essere una squadra, ovvero quando ciascuno mette la propria abilità e la propria esperienza al servizio del gruppo per un obiettivo comune. Sebbene con il calcio moderno questo spirito non sia più così evidente, per me resta uno sport bellissimo.
Più in generale, credo che lavorare sinergicamente con la propria squadra e fare del punto di forza di ciascuno un punto di forza per tutti sia la vera strada che conduce al successo.
Tuttavia, e qui entro nel merito del mio campo, non sempre in azienda le cose funzionano così: molte volte mi sono trovato, come freelance, a dover fare i conti con responsabili d’azienda poco inclini a collaborare. I motivi sono principalmente tre:
1. Pensano che un copywriter abbia già tutte le risposte e che quelle poche informazioni fornite sul brief siano sufficienti a realizzare la campagna del secolo.
2. Il freelance è comunque una persona esterna all’azienda, una sorta di mercenario che potrebbe complottare contro l’impresa fino a farla arrivare al fallimento.
3. Qui ci vuole grande abilità: meno collaborano con il freelance, peggiore sarà il lavoro di quest’ultimo. L’obiettivo finale è quello di sminuire il lavoro fatto dal freelance di turno per abbassare i costi dell’operazione e tirare sul prezzo.
Ora, però, lascia che ti spieghi perché questi soggetti finiscono per darsi la zappa sui piedi.
1. Conoscere la storia dell’azienda in quanto a comunicazione, capire quali sono i suoi obiettivi e regolarsi di conseguenza è un’operazione più che lecita, oltre che giusta. È evidente che non si può pretendere il raggiungimento di obiettivi che non si conoscono.
2. Il freelance è uno che il mestiere se lo è scelto di sua spontanea volontà, perché lo appassiona, perché gli piace. Come si potrebbe mai pensare che tutto questo passi in secondo piano? Purtroppo nessuno sa tutto su qualsiasi cosa, dunque spesso sarà necessario che il freelance capisca determinate dinamiche interne al tuo settore e nella tua stessa azienda.
3. Davvero risparmiare qualche spicciolo vale più della tua immagine? Non è il tuo caso, lo so, ma molti la pensano così. Avrebbero potuto chiamare il loro nipote quindicenne e cavarsela con un pacchetto di figurine e due Goleador, ma chissà perché, alla fine hanno scelto il professionista.
Sei d’accordo? Che ruolo ha, secondo te, la collaborazione in chiave pubblicitaria?