Nel corso dei secoli la lingua italiana è stata inevitabilmente modificata al fine di renderla funzionale a qualsiasi scopo comunicativo. Ne è una testimonianza la letteratura: se mettessimo una dietro l’altra le opere degli autori più famosi nel corso dei secoli ci troveremmo davanti ad una vera e propria enciclopedia della lingua italiana.
Un esempio concreto è la letteratura: i grandi autori del passato erano grandi giocolieri della parola ed hanno inventato le più famose tecniche di scrittura servendosi di artifici che oggi chiamiamo figure retoriche.
Tuttavia, spesso si ritiene erroneamente che tali tecniche siano relegate alla letteratura, o peggio al passato, ma la verità è che queste tecniche sono più attuali che mai e le leggiamo ogni giorno senza accorgercene.
Le figure retoriche, ad esempio, sono uno dei capisaldi della scrittura persuasiva e vengono usate per gli scopi più disparati, e chiunque voglia scrivere per convincere un determinato pubblico non può fare a meno di conoscerle, così nell’intento di contribuire alla causa, ho scelto quelle che secondo me sono le figure retoriche più usate.
Metafora e similitudine
In assoluto le più conosciute: fare un paragone può essere utile per rendere più chiaro un concetto, per ridurre in parole povere un’espressione particolarmente complessa o per collegare due o più campi semantici.
Sia la metafora che la similitudine sono due operazioni di trasferimento di significato. La differenza tra le due è che nella prima il trasferimento è immediato, mentre nella seconda è necessario l’utilizzo di un avverbio di paragone.
Esempi:
Metafora: Quell’uomo è un eroe.
Similitudine: Quell’uomo si è comportato come un eroe.
Domanda retorica
Si fa una domanda retorica quando si pone un interrogativo di cui si conosce già la risposta. È utile quando si vuole invitare il lettore a guardare le cose da un determinato punto di vista o quando si vuole suggerire uno spunto di riflessione, ma anche per rimproverare o mettere in evidenza un’azione o un pensiero errati.
Esempio:
Ti sembra questo il modo di entrare?
Perifrasi
A volte si vuole ammaliare il lettore, si vuole evitare di nominare qualcuno o qualcosa o semplicemente si vuole evitare una ripetizione nel testo. È qui che entra in gioco la perifrasi, che consiste nel sostituire ad un sostantivo un insieme di parole.
Esempio:
Il grande schermo (al posto di cinema).
Anafora
Si può dare forza ad un concetto in diversi modi, uno di questi consiste nella ripetizione di una parola o di un’espressione all’inizio di due o più frasi consecutive.
Esempio:
Sono andato al municipio, sono andato in pretura, sono andato in banca, sono andato agenzia.
Paronomasia
La paronomasia è il classico gioco di parole, come inteso nel senso comune, ovvero l’accostamento di due termini dal suono simile, ma dal significato diverso, molto utile quando si vuole in un certo qual modo divertire il lettore.
Esempio:
Volente o nolente dovrai farlo.
Metonimia
La metonimia è una di quelle figure retoriche che sentiamo e usiamo tutti i giorni senza saperlo. Essa sostituisce una parola o un’espressione con un’altra che tuttavia ha un legame con la prima. È un utile strumento per regolare il tone of voice a seconda delle proprie esigenze.
Esempio:
Hai fegato! (al posto di Hai coraggio!)
La metonimia è molto usata anche in campo giornalistico, soprattutto quando si sostituisce il nome di una singola persona o di un gruppo con un luogo, operazione che spesso serve ad escludere le responsabilità di determinate persone.
Esempi:
Parigi ha ratificato il trattato.
Palazzo Madama si pronuncerà oggi sull’approvazione della legge.
Litote
Per evitare di affermare le qualità (spesso negative) di un soggetto basta negare il loro opposto. Questa figura retorica consiste proprio in questo e si usa, per l’appunto, quando si vuole evitare di usare termini troppo espliciti che potrebbero urtare la sensibilità di chi è oggetto del giudizio.
Esempio:
Quel tizio non è proprio un genio.
Sineddoche
Con questa figura retorica si usa un particolare di un elemento per indicare l’elemento stesso o viceversa. Simile alla metonimia, differisce solo per il fatto che sussiste un rapporto quantitativo tra la parola e la sua sostituzione e non un rapporto qualitativo.
Esempio:
Le cose più importanti sono il cibo e un tetto. (In questo caso tetto sostituisce casa).
Quante ne conosci?
Queste sono solo alcune delle figure retoriche più famose, ora tocca a te: quali conosci e quali usi spesso? Commenta e dai il tuo contributo! 😉