Diciamo che non amo le storie strappalacrime che si leggono qua e là sui social network, ma confesso che spesso le leggo anch’io (a meno che non siano troppo lunghe) e mi piace rifletterci su, anche se spesso si tratta di filosofia spicciola.
Qualche tempo fa mi sono imbattuto in una di queste storie che aveva l’intento di far capire a chi la leggeva quanto fossero importanti le parole e il loro uso.
Non perdo tempo, ecco come la ricordo:
Era una tiepida giornata di marzo e la città era viva più che mai: nel parco dei bimbi giocavano con un pallone e poco più in là un anziano si godeva l’aria fresca in compagnia del suo cane. Il traffico scorreva veloce e nei negozi entravano e uscivano persone ad un ritmo costante. Le stesse persone, poi, proseguivano spedite nel turbinio della loro vita quotidiana e sembrava che nessuno facesse caso al mendicante seduto all’angolo del marciapiede con solo un cartello che recitava: Sono cieco, aiutatemi.
Inutile dire che nonostante il vecchio dal cappello malconcio, le rughe in viso e i vestiti sporchi fosse lì da diverse ore non aveva racimolato un soldo.
Dopo un po’, un copywriter girò l’angolo e non poté fare a meno di notare il pover’uomo che ora sedeva ai suoi piedi. In verità tutti lo avevano notato, ma nessuno si era fermato.
«Da quanto tempo sei qui?», chiese il copywriter. «Non lo so, non posso vedere il tempo che scorre, ma riesco a sentire il profumo di questa brezza leggera e posso stimare che ora sia mezzogiorno e che quindi sono qui da almeno sei ore.»
«Incredibile! In sei ore non hai ricevuto nemmeno una moneta!?»
«Purtroppo la gente va di fretta e se consideri che la maggior parte di loro si perde le bellezze del mondo, puoi capire come un vecchio con un cartello venga quasi sempre ignorato.»
«Già… il cartello! Lasciami scrivere un nuovo messaggio!» e in men che non si dica, il mendicante aveva un nuovo cartello tra le braccia.
«Aspetta! Cosa…», niente, troppo tardi. L’uomo gli aveva lasciato una moneta ed era andato via. Ed ora lui non sapeva neanche cosa c’era scritto sul suo cartello. Qualche secondo dopo aver fatto questa considerazione, però, un inconfondibile tintinnio scosse il suo fine udito: qualcuno gli aveva lasciato una moneta! E subito dopo qualcun altro ancora! E poi ancora! E ancora! E ancora! Gli sembrava assurdo, ma dopo meno di mezz’ora il suo barattolo era quasi pieno, tant’è che dovette svuotarlo in una delle tasche della sua giacca per ricominciare la raccolta, che si rivelò fruttuosa quanto prima.
Solo alla fine della giornata l’uomo riuscì a sapere che sul cartello c’era scritto: Oggi è primavera ed io non posso vederla.
Prendiamo questa storia come spunto di riflessione: quanto sono importanti le parole nella pubblicità? Quanto influisce il modo di esprimere un concetto? Siamo sicuri di prestarvi sempre attenzione?